Ritrovati i frammenti del Bolide di San Valentino

Ritrovati i frammenti del Bolide di San Valentino

Sono stati ritrovati in questi giorni alcuni frammenti (al momento 12 pezzi) del bolide avvistato la serata del 14 Febbraio San Valentino.

La notizia del ritrovamento è stata diffusa sul sito Prisma.inaf.it (Prima Rete Italiana per la Sorveglianza sistematica di Meteore e Atmosfera), un progetto a cui partecipano ricercatori dell’Istituto Nazionale di Astrofisica, di varie Università e associazioni.

Il Bolide avvistato al Centro Sud, specie tra Puglia e Basilicata segnalato da migliaia di persone, anche per la scia luminosa ed il boato che lo accompagnava.

Vedi video del Bolide => GUARDA IL VIDEO

Lo scorso 14 febbraio attorno alle sette di sera un luminoso bolide era stato osservato da numerosi testimoni solcare il cielo della Puglia e della Basilicata, fra i quali tre “occhi” elettronici delle camere di Castellana Grotte, Tricase e Vasto appartenenti alla rete Prisma, un network di una sessantina di camere sparse sul territorio italiano.

Grazie a queste indicazioni nel pomeriggio successivo è stato possibile tracciare lo strewn field, cioè l’ ipotetica area di ricerca del meteorite o i frammenti di questo.

Successivamente la popolazione locale era stata avvisata attraverso i canali di informazione e lo stesso giorno, Mercoledì 15 Febbraio, nei pressi della periferia del capoluogo della Basilicata sono stati avvistati alcuni frammenti su un balcone di una unità abitativa.

Fin ora sono stati recuperati 12 pezzi del peso di 70 grammi e una decina di frammenti di piccole dimensioni.

Il meteorite viaggiava ad una velocità di circa  300 km/h e potrebbe essere caduta al suolo una massa di circa 400-500 grammi nel caso di un pezzo unico ma potrebbero essere rinvenuti pezzetti più piccoli se il corpo avesse subito una frammentazione.
Nel complesso lo strewn field è di circa 4 x 2 = 8 kmq e la zona appare abbastanza pianeggiante e con campi coltivati. Una buona zona per cercare meteoriti, tanto più che siamo in inverno, quindi ci si può aspettare che non ci sia ancora della vegetazione importante che potrebbe ostacolare le ricerche.
La fase successiva, adesso, è proprio quella di organizzare una ricerca al suolo che avviene tipicamente anche grazie all’aiuto di volontari che affiancano gli esperti. Occorre, se possibile, tracciare il percorso di ricerca in modo da circoscrivere l’area interessata ed evitare di ripassare infinite volte in un punto in cui si è già guardatoevitando nel contempo di lasciare zone inesplorate.
Può sembrare un compito arduo e al limite dell’impossibile trovare una piccola roccia di qualche centimetro in un’area grande qualche kmq, eppure è già capitato.

Prisma/ Inaif

Fonte Notizia: Prisma/ Inaif