Il 19 Luglio dell’anno 1985 in Val di Stava, alle ore 12:22, si ebbe una delle più grandi tragedie che hanno colpito il territorio del Trentino Alto Adige in epoca moderna.
Un vero disastro che portò alla morte di 268 persone, a seguito dell crollo improvviso di due bacini di decantazione della miniera di fluorite di Prestavèl.
I due bacini furono costruiti al di sopra dell’abitato di Stava, in località Pozzole, e veniva fatto decantare il materiale di scarto della miniera.
Quel giorno, circa 180mila metri cubi di fanghiglia, si diressero verso l’abitato di Stava, con una velocità stimata di circa 90km/h.
La massa di fango spazzò via persone, alberi, abitazioni e tutto quanto incontrò fino a che non esaurì la sua corsa nella confluenza con il torrente Avisio, 4km più a valle.
I soccorsi furono immediati, ma pochissimi furono i feriti e le persone estratte vive dalle macerie.
268 persone persero la vita, 13 delle quali non furono mai ritrovate e 71 fu impossibile il riconoscimento dei resti.
- 28 bambini con meno di 10 anni;
- 31 ragazzi con meno di 18 anni;
- 89 uomini;
- 120 donne.
Vennero distrutti 3 alberghi, 53 abitazioni, 6 capannoni e 8 ponti. Lo strato di fango raggiunse uno spessore tra i 20 e i 40 centimetri, ricoprendo un’area di circa 435mila metri quadrati.
Fonte e dati: La Stampa, Wikipedia, Fondazione Stava 1985