Su questi grandi mostri della meteorologia italiana nascono sempre degli interrogativi interessanti, specie quando ci avviciniamo alle prime ondate di calore.
Ormai, per natura, si attribuisce ad Anticiclone Africano un qualunque anticiclone capace di portare temperature al suolo oltre i +35°C, pur non essendo condizione necessaria e sufficiente!
Con questo articolo evidenzieremo le principali differenze e quali conseguenze comportano per il nostro paese.
Anticiclone delle Azzorre
Anticiclone delle Azzorre è un’area di alta pressione semi permanente di origine subtropicale oceanica, generalmente sempre presente sull’oceano Atlantico settentrionale con il suo massimo di pressione atmosferica mediamente in prossimità delle omonime isole.
Questo anticiclone è caratterizzato da valori termici molto contenuti, a causa proprio della sua posizione, sul medio oceano Atlantico, dove molto difficilmente la temperatura sopra l’acqua supera i +25°C.
Il naturale movimento delle masse d’aria alle medie latitudini dovrebbe permettere il suo approfondimento verso Est fino ad interessare il bacino del Mar Mediterraneo durante la stagione estiva.
I massimi anticiclonici tendono a rimanere in sede Atlantica e questo comporta la possibilità di infiltrazioni, sopratutto alle quote medie di correnti più fresche e umide dai quadranti Ovest/Nord Ovest, rendendo molto più elevata la possibilità che si sviluppino temporali pomeridiani, di tipo convettivo, specie lungo i rilievi, classici della nostra Estate.
Questo negli ultimi anni è sempre meno frequente a causa dell’invadenza di un altro mostro, ovvero l’Anticiclone Africano, che in corrispondenza di vaste depressioni, in particolare tra il Marocco e le isole Canarie, può sollevarsi fino all’Italia portando tempeste di scirocco, cieli sabbiosi e temperature molto elevate.
Anticiclone Africano
L’anticiclone africano definito anche anticiclone subtropicale africano o anticiclone nordafricano è un’area anticiclonica dinamica di natura subtropicale continentale, che interessa in modo pressoché permanente tutta l’area dell’Africa settentrionale occupata dal deserto del Sahara, dove garantisce una continua e persistente stabilità atmosferica.
Le sue caratteristiche sono principalmente identificabili negli elevati valori di geo potenziale, soprattutto durante i mesi estivi, mentre la pressione al suolo non presenta valori particolarmente alti, visto che l’area in cui insiste presenta temperature solitamente elevate; anzi, nei mesi estivi sono ricorrenti minimi relativi di pressione al suolo alle quote medio-basse a causa della stazionarietà nei bassi strati di caldissime masse d’aria.
Quando poi viene ad interessare le nostre latitudini è responsabile di periodi di stabilità atmosferica, e valori termici piuttosto elevati che tendono molto spesso ad andare sopra media.
I valori di umidità relativa in genere risultano molto bassi, almeno ché non vi sia una contemporanea espansione dell’Anticiclone delle Azzorre al suolo.
Infatti, un errore che spesso viene fatto è quello di catalogare automaticamente l’Anticiclone delle Azzorre come “anticiclone torrido” e l’Anticiclone Africano come “anticiclone afoso”, perchè queste nozioni sono comunque dipendenti dalle correnti prevalenti al suolo.
Per farvi un esempio, definire l’attuale Anticiclone come un Anticiclone puramente Africano non è pienamente corretto: seguendo le isobare è infatti possibile stabilire una sorta di ibrido afro-azzorriano (subtropicale), in cui il contributo umido è associato alla disposizione delle correnti al suolo e il calore è in gran parte dovuto all’effetto della “subsidenza” dell’aria calda al suolo.
L’elevata stabilizzazione atmosferica tende a inibire qualsiasi attività cumuliforme anche nelle zone interne, riducendo al minimo il rischio di precipitazioni.
L’anticiclone africano può espandersi in Inverno?
Si, è possibile la sua espansione anche in Inverno, e può determinare la formazione di nubi basse e nebbie lungo le zone costiere e pianeggianti specie sul Nord Italia.