Il 2021 secondo i dati pubblicati dal servizio di monitoraggio satellitare europeo Copernicus, è risultato essere il quinto anno più caldo.
In questi sette anni, il 2021 si colloca tra gli anni più “freddi“, insieme al 2015 e al 2018. Nel frattempo, l’Europa ha vissuto la sua estate più calda mai registrata, sebbene vicina alle precedenti estati più calde nel 2010 e nel 2018.
Il 2021 ha visto una temperatura media annuale di +0,3°C al di sopra della temperatura del periodo di riferimento 1991-2020 e di 1,1-1,2°C al di sopra del livello preindustriale del 1850-1900.
Ponendo lo sguardo a livello globale, i 5 mesi dall’inzio dell’anno, hanno fatto registrare temperature relativamente basse rispetto ad altri anni più caldi.
Nel periodo da giugno a ottobre, tuttavia, le temperature mensili sono state costantemente almeno tra le quarte più calde mai registrate.
Le zone con temperature più elevate, si estendono dalla costa occidentale degli Stati Uniti e del Canada al Canada nord-orientale e alla Groenlandia, nonché ampie parti dell’Africa centrale e settentrionale e del Medio Est.
Non sono mancate anche delle aree più fredde, con anomalie inferiori alla media, che troviamo: nella Siberia occidentale e più orientale, in Alaska, nel Pacifico centrale e orientale – in concomitanza con le condizioni di La Niña all’inizio e alla fine dell’anno.
Gli Eventi Estremi del 2021 in Europa
Durante l’estate 2021 sul continente europeo, si sono verificati diversi eventi estremi di rilievo.
Il primo in ordine temporale, troviamo a Luglio, l’evento piovoso che colpì l’Europa centro-occidentale, portando a gravi inondazioni in diversi paesi tra cui Germania e Belgio, Lussemburgo e Paesi Bassi.
Sempre tra i mesi di Luglio e parte di Agosto, il Mediterraneo ha subito un’ondata di caldo con temperature elevate che hanno colpito in particolare Grecia, Spagna e Italia.
Qui si ricorda il nuovo record europeo di temperatura massima registrato in Sicilia, dove si ricorda i +48.8°C, +0.8°C al di sopra del massimo precedente, anche se questo nuovo record deve ancora essere confermato ufficialmente dall’Organizzazione meteorologica mondiale (OMM). Le condizioni calde e secche hanno favorito lo sviluppo d’incendi in molte aree.
Fonte dati climate.copernicus.eu
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