Un gruppo di ricercatori di genetica e antropologia americani, irlandesi e belgi, hanno pubblicato la scorsa settimana un articolo sulla rivista scientifica Plos Genetics, uno studio sulla dimensione delle narici in correlazione al clima.
La ricerca, è stata fatta creando dei modelli 3D dei nasi di 476 volontari provenienti da quattro diverse zone della Terra – dal sud e dall’est dell’Africa, dall’ovest dell’Africa e dal nord dell’Europa – e i cui antenati erano originari delle stesse regioni. Per ciascuna zona geografica sono stati studiati almeno quaranta partecipanti. Sono state prese in considerazione sette caratteristiche del naso umano: l’altezza, la lunghezza, la distanza tra la punta e la base, la larghezza delle narici e quella della base, l’area coperta dalle narici e la superficie totale del naso. Solo per la larghezza delle narici i ricercatori hanno rilevato che le differenze tra i diversi gruppi di persone andavano oltre quelle dovute alle variazioni casuali del codice genetico: per tutte le altre caratteristiche sono state riscontrate differenze anche all’interno degli stessi gruppi di persone.
Un secondo esperimento è stato fatto nel corso dello stesso studio su 140 donne scelte tra i partecipanti, per trovare una correlazione tra larghezza delle loro narici e le caratteristiche climatiche della loro regione di provenienza. A ogni donna sono stati associati i valori di temperatura e umidità medi della propria regione di origine, ed è stato dimostrato che c’è una correlazione tra quei valori e la larghezza delle narici: sono più larghe nelle persone provenienti da zone più calde e umide.
L’ipotesi dei ricercatori
L’ipotesi dei ricercatori è che le narici più strette fossero più vantaggiose per gli esseri umani che in passato vivevano in climi freddi e secchi per via di una delle funzioni del naso: riscaldare e umidificare l’aria che si respira, per evitare danni alle vie respiratorie e ai polmoni. Infatti, con le narici più strette, a parità di aria inspirata, l’aria va più veloce, quindi ha un maggiore scambio termico con le pareti del naso, che sono più calde. Il contatto con la mucosa nasale invece aumenta l’umidità dell’aria e pareti stretti favoriscono la turbolenza che migliora i contatti tra aria e mucose. Il processo evolutivo nelle regioni fredde e secche avrebbe quindi favorito gli individui con narici più strette perché più adatte a fare arrivare aria adeguatamente riscaldata e umidificata all’apparato respiratorio. Non ci sono nasi peggiori e nasi migliori, semplicemente alcuni in passato erano più adatti alla vita in alcune zone del mondo, suggerisce la ricerca.
Fonte: Il Post