Analfabetismo funzionale è il termine con cui s’intende l’incapacità di un individuo di usare in modo efficiente le abilità di lettura, scrittura e calcolo nelle situazioni della vita quotidiana.
Un analfabeta funzionale si distingue per le seguenti caratteristiche:
- incapacità di comprendere adeguatamente testi o materiali informativi pensati per essere compreso dalla persona comune: articoli di giornale, contratti legalmente vincolanti, regolamenti, bollette, corrispondenza bancaria, orari di mezzi pubblici, cartine stradali, dizionari, enciclopedie, foglietti illustrativi di farmaci, istruzioni di apparecchiature…;
- scarsa abilità nell’eseguire semplici calcoli matematici, ad esempio riguardanti la contabilità personale o il tasso di sconto su un bene in vendita;
- scarse competenze nell’utilizzo degli strumenti informatici (sistemi operativi, uso della rete, software di videoscrittura, fogli di calcolo, ecc…);
- conoscenza dei fenomeni scientifici, politici, storici, sociali ed economici molto superficiale e legata prevalentemente alle esperienze personali o a quelle delle persone vicine; tendenza a generalizzare a partire da singoli episodi non rappresentativi; largo uso di stereotipi e pregiudizi;
- scarso senso critico, tendenza a credere ciecamente a tutto ciò che si legge o si sente, incapacità a distinguere le notizie vere da quelle false e a distinguere le fonti attendibili da quelle che non lo sono; pertanto, spesso gli analfabeti funzionali sono anche sostenitori di teorie complottiste e/o pseudoscientifiche.
Gli analfabeti funzionali, vista la loro scarsa capacità di riconoscere le informazioni corrette da quelle false o distorte, spesso tendono a credere a bufale e a diffonderle. Nell’era di internet e dei social network, dove ognuno può pubblicare qualcosa e renderlo visibile a migliaia di persone, questo problema ha assunto dimensioni importanti.
Dal nostro punto di vista meteorologico, abbiamo notato che molti di questi individui cercano d’imporsi con teorie fantomatiche e se si tenta di dare una spiegazione scientifica a ciò che stanno mettendo in discussione, si rifiutano di capire e utilizzano un linguaggio scurrile: tant’è che molto spesso siamo costretti a bloccarli in maniera momentanea e/o permanente.
L’osservatorio Isfol ha raccolto alcune elaborazione nell’articolo “I low skilled in Italia”, studio nato per indagare su quella nutrita parte della popolazione italiana che nell’indagine dell’Ocse ha mostrato di possedere bassissime competenze. Tra i risultati è emerso l’aumento della percentuale di low skilled al crescere dell’età, passando dal 20% della fascia 16-24 anni all’oltre 41% degli over 55.
Il nostro consiglio, evitate d’imporvi e cercate di ascoltare e discutendo la propria teoria in maniera civile.