La subsidenza è un lento e progressivo sprofondamento del fondo di un bacino marino o di un’area continentale.
Il fenomeno è particolarmente evidente nelle aree dove l’attiva sedimentazione produce imponenti serie detritiche, con spessori che possono essere di migliaia di metri; ciò è spiegabile solo ammettendo un lento abbassamento del bacino simultaneamente alla deposizione e all’accumulo dei sedimenti.
La subsidenza può essere di due tipi:
- naturale: i sedimenti sono molto porosi e tendono a comprimersi, riducendosi di volume e quindi abbassarsi se hanno sopra un carico;
- indotta: l’uomo estrae acqua, petrolio o gas dal terreno diminuendo la pressione dei fluidi interstiziali residui, si ha quindi un assestamento del terreno.
L’abbassamento del suolo è dunque spesso legato ad alcuni aspetti dell’attività antropica che possono influenzare in modo considerevole il fenomeno o addirittura determinarne l’innesco.
La subsidenza indotta dall’uomo si manifesta in genere in tempi relativamente brevi (anche poche decine di anni), con effetti che possono compromettere fortemente opere ed attività umane.
Le cause più diffuse sono essenzialmente lo sfruttamento eccessivo delle falde acquifere e l’estrazione di idrocarburi.
Il grado di antropizzazione di un’area, già di per sé predisposta geologicamente alla subsidenza, può quindi sia influenzare tale fenomeno, sia esserne condizionato.
In Italia vi sono diverse aree interessate dalla subsidenza,come la pianura padano-veneta (inclusi i margini meridionali dei laghi alpini) o molte piane costiere (ad esempio la pianura pontina o la valle dell’Arno).
Negli ultimi tempi anche la valle dell’Aniene, in provincia di Roma, è gravemente interessata da fenomeni simili.
Ben noti e oggetto di particolare attenzione perla loro rilevanza economica e artistica sono i casi di Venezia (e della gronda lagunare) e di Ravenna.
Qui hanno interagito negativamente processi naturali e attività antropiche.
Pur essendo attualmente sotto stretto controllo, difficilmente si potrà completamente arrestare il fenomeno, essendo connesso a processi diagenetici, tetonici e di riequilibrio isostatico.
Conseguenze principali della subsidenza; analisi del delta del Po:
- effetti sulle arginature: il terreno che si abbassa trascina con sé anche gli argini. Questo causa minor spessore delle fiancate di sicurezza degli stessi,maggiori spinte dell’acqua, maggiore possibilità di formazione di tracimazioni, maggiori possibilità di cedimenti degli argini. Le infiltrazioni sono calcolate in 70 litri al secondo per Km di argine. Le rotte del Po: l’alluvione del Polesine del Novembre 1951, le due rotte del Po di Goro nell’Isola di Ariano, la rottura dell’argine a mare in Comune di Porto Tolle, altre rotte di altri rami,avvennero negli anni in cui si estraeva il metano. Fu necessario rialzare e allargare gli argini dei fiumi (480 km) e gli argini a mare (80 km).
- maggiori spese per la bonifica: fu necessario ricostruire tutto il sistema di scolo con ricalibrazione delle sezioni e delle pendenze necessarie, demolire e ricostruire manufatti, chiaviche, ponti sui canali e sugli scoli, ricostruire o adeguare ai nuovi livelli dell’acqua le idrovore, con una spesa stimata di 700 milioni di €.
Il Delta e gli altri territori del comprensorio del Consorzio di Bonifica Delta Po Adige (Comuni del Delta più Rosolina e unpiccolissima parte di Chioggia) vengono mantenuti asciutti da 38 idrovore e 117 pompe, con una capacità di sollevamento di 200000 litri al secondo, con una spesa di 1.600.000 € per anno di sola energia elettrica, per una altezza media di sollevamento acque maggiore di 4 metri.
Inoltriamo per opportuna conoscenza il link che rimanda all’analisi dei fenomeni di subsidenza nel bacino del fiume Arno mediante interferometria radar effettuata dai dottori Paolo Canuti, Nicola Casagli, Paolo Farina, Alessandro Ferretti, Florian Marks e Giovanni Menduni.