Il peggioramento di Domenica 26 Settembre, anche in virtù del cambiamento climatico in atto, ci riporta alla luce della realtà dei fatti: a settembre e ottobre la Toscana, in particolare le aree costiere e quelle preappenniniche, è un’area a rischio di fenomeni estremi!
Nel Mugello (Firenze) sono stati misurati chicchi di grandine con diametro anche superiore a 8 cm, sulle coste settentrionali si sono superati i 140 km/h di raffica da downburst e in generale la fenomenologia e l’attività elettrica sono stati considerevoli ovunque.
Come mai è accaduto? Quali sono le situazioni più pericolose?
Andiamo con ordine: in Toscana è opportuno avere innanzitutto un flusso costante e prolungato di scirocco nei bassi strati che possa portare l’energia potenziale necessaria allo sviluppo verticale dei sistemi convettivi.
Poi, in alta quota è opportuna una divergenza dei venti con accelerazione del getto in uscita (jet stream alla quota isobarica di 300 hPa).
Infine, tutti i livelli della troposfera devono essere favorevoli all’innesco dei fenomeni convettivi: il divario termico fra suolo e alta quota, così come il bilancio fra aria caldo-umida al suolo e aria secca in alta quota, devono essere marcati e tutta la struttura deve muoversi lentamente.
Avendo questi elementi a disposizione, associati a un fattore di innesco iniziale (orografia, convergenza di venti al suolo ecc…) il rischio di fenomeni estremi è sempre elevato!
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