Non ci sono tanti giri di parole sugli scenari possibili in merito alla sequenza sismica che sta interessando l’area dei Campi Flegrei.
Giovedì 28 settembre 2023, infatti, il presidente Carlo Doglioni dell’INGV (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia) in audizione alla Commissione Ambiente della Camera, ha spiegato quali potranno essere gli scenari futuri, tenendo conto delle continue sequenze sismiche che stanno interessando l’area.
Doglioni ha affermato:
“La nostra preoccupazione è legata sia alla sismicità, sia al fatto che queste temperature in particolari località potrebbero dare delle piccole esplosioni freatiche che non sono eruzioni di magma, ma è acqua che in questo stadio super critico può dare delle esplosioni.
Quindi, considerato che negli ultimi mesi la sismicità non ha fatto altro che aumentare – sia in termini di numero di eventi, ravvicinamento degli sciami, aumento dell’energia – in questo momento non vediamo la fine“
Il direttore ha poi continuato andando a delineare i due possibili scenari che si potrebbero avere. Quello meno critico, vedrebbe una situazione analoga alla crisi del 1982-84, una cosiddetta crisi bradisismica, che consiste in un lento movimento di sollevamento e abbassamento del suolo.
L’aumento di temperatura e di pressione nelle rocce del sottosuolo determinano infatti il sollevamento dell’area, andando a portare possibili danni ad edifici e costruzioni presenti in zona.
L’altro scenario, nella peggiore delle ipotesi, vedrebbe un’eruzione simile a quella del 1538 del Monte Nuovo. In ogni caso, ha aggiunto il presidente dell’INGV:
“non sappiamo né quando né dove, potrebbe avvenire e, per quanto piccola, provocherebbe un disagio sociale è impossibile pensare che i Campi Flegrei si spengano perché sono un vulcano attivo“