Una domanda che è sorta spesso in questi giorni dopo l’evento che ha interessato l’8 Luglio 2021 il Nord Italia. (Vedi Riferimento)
E’ normale per l’Italia avere chicchi di grandine così grossi? Ma soprattutto la Colpa è dei Cambiamenti Climatici?
La risposta è: probabilmente sì, o se vogliamo più si che no, come ci spiega il Tecnico Meteorologo Pierluigi Randi.
Se facciamo un salto nel passato giusto di pochi anni, possiamo ben ricordare i chicchi enormi caduti a Pescara (2019), Napoli (2015) e in diverse aree della Pianura Padana (2002-2003 e via di seguito, fino allo scorso anno, peraltro anche in Romagna il 24 luglio e il 3 agosto), ma fare “statistica” su questo fenomeno è difficile, poiché più andiamo indietro nel tempo più i dati scarseggiano.
- Prima di continuare, sai come si forma la grandine? => Leggi Qui
La grandine severa è figlia di temporali severi… Cosa serve per averli?
Molta “benzina dei temporali” o meglio definita energia (CAPE) e un profilo verticale e orizzontale del vento che consenta ai temporali di vivere a lungo e incattivirsi (semplifico, i puristi mi perdonino), che è il wind-shear.
Molta benzina e molto vento orientato verticalmente e orizzontalmente in un certo modo = temporali violenti e pertanto rischio di grandine grossa (ma non solo).
Allora siccome i dati diretti sono pochi, si può cercare di capire come sono evoluti nel tempo la benzina e quel particolare orientamento del vento.
Vengono in soccorso le rianalisi ERA-5, e su queste ci hanno costruito un interessante lavoro Taszarek et al. (2021).
Ebbene, considerando il sud Europa e quindi il bacino del Mediterraneo e quindi anche l’Italia, dal 1979 ad oggi è aumentata la benzina (CAPE), ed è leggermente diminuito il wind-shear (in questo caso 0-6 km).
La benzina è aumentata in particolare sulla superficie marina del Mediterraneo (e possiamo immaginare facilmente il perché), e anche per motivare la diminuzione del wind-shear serve poca fantasia.
Il risultato sarebbe comunque un aumento delle precipitazioni convettive, un aumento del numero di ore con temporali, e un aumento del numero di ore con temporali severi (e il temporale severo volentieri mi porta grandine grossa).
Quindi, tra i due parametri, che hanno trend opposto, sembra che assuma maggior peso la benzina con più ottani, e questo segnale appare ben giustificabile con l’aumento della temperatura legato al cambiamento climatico, (aria più calda nei bassi strati).
Avvertenza: si tratta pur sempre di rianalisi (lo studio è stato fatto anche sui radiosondaggi che mostrano evidenze leggermente contrastanti, ma sono pur sempre valori puntuali); sono state considerate alcune soglie per il CAPE, ma qui semplifichiamo.
Nel grafico: l’aumento di “ottani” della benzina (il CAPE, arancio); l’aumento delle precipitazioni convettive (blu); il calo del wind-shear 0-6 KM (verde, anche se qui mi si consenta qualche piccolo dubbio, nel senso che in Italia l’orografia lavora molto bene sullo shear; consideriamo però che lo studio è sul sud Europa e non sulla sola Italia); più ore con temporali (rosso); più ore con temporali severi (viola).
Siccome uno degli ingredienti per avere grandine di grosse dimensioni è avere tanta benzina e di buona qualità, se questa aumenta posso ottenerla più spesso.
Poi sia chiaro, il singolo evento non è correlabile al cambiamento climatico, ma certi segnali sul medio-lungo periodo lo sono.
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