Il Climatologo Dott. Andrea Corigliano ci scrive tre semplici note da tenere a mente, quando si leggono articoli di giornale di questo tipo.
- Le “bombe d’acqua” non esistono. Le piogge forti si chiamano “nubifragi” e se sono eccezionalmente intense possono essere chiamate “violenti nubifragi“: non è necessario ricorrere a neologismi bellicosi per descrivere un fenomeno meteorologico.
- Il clima non è “impazzito”, ma la probabilità che eventi estremi siano legati al cambiamento climatico ci dovrebbe invece spingere ad affrontare il problema, a discuterlo e a renderlo di dominio pubblico, non a liberarcene lasciando intendere che “non si capisce più nulla”. Le dinamiche atmosferiche funzionano con le leggi della meccanica e della termodinamica, per cui si trova sempre una spiegazione a ciò che succede. Basta togliere il velo della superficialità e andare un po’ più a fondo: è cultura.
- Il tempo non è il clima, per cui accostare una precisa situazione meteorologica a un concetto statistico non è corretto, fermo restando che si può discutere in termini probabilistici il legame tra “cambiamento climatico” e aumento della frequenza di eventi estremi, basandoci su un congruo numero di casi e non su singoli casi.
Se volete districarvi nella “giungla meteorologica”, vi consigliamo il libro di Serena Giacomin, Meteo che Scegli, Tempo che Trovi