Clima: la siccità di questi mesi era stata prevista, ma è mancata una “visione d’insieme”

Clima: la siccità di questi mesi era stata prevista, ma è mancata una “visione d’insieme”

A dirlo è Andrea Sottani direttore e idrogeologo di Sinergeo, una società veneziana che da oltre trent’anni si occupa di ricerca idrica nel sottosuolo.

Clima: la siccità di questi mesi era stata prevista, ma è mancata una "visione d'insieme"
Foto: tag24.it

Società che che vanta ben quattrocento stazioni di monitoraggio lungo la fascia delle sorgive della pianura veneta.

Si tratta di sensori automatici che inviano i dati in “tempo” reale delle sorgive e delle falde, “spie” che indicano molti prelievi d’acqua e sempre meno ingressi.

Uno dei casi più rappresentativi è quello del pozzo che si trova nella località di Cittadella, facente parte al Consorzio di bonifica del Brenta.

Come afferma Andrea Sottani..

Sono due i fenomeni da evidenziare, il primo è la continua diminuzione della quota di falda, che dai 43 metri sul livello del mare del 1956 è passata a 38 nel 2022. Il secondo fenomeno è l’oscillazione del livello: se tra il 1956 e il 1964 il livello si poneva tra un minimo di 42 metri slm e un massimo di 43, negli ultimi 10 anni il livello varia da un massimo di 43 metri slm e un minimo di 38,5”.

Ma ci si chiede, perchè le falde non si ricaricano?

In primis la scarsità di precipitazioni: basti pensare che sulle monti vicentini sono mancati ben 160 cm. di neve, la metà. Per non parlare delle piogge che in 3 mesi si accumulavano oltre 1800 millimetri, ora ne cadano 1300 in un breve spazio di tempo.

Altro fattore determinante la cementificazione, in continuo aumento dal 1950, passando ( per la Provincia di Vicenza) dai 142 metri quadri per persona ai 421 del 2019.

Infine nota molto dolente il prelievo, come spiega Andrea Sottani..

Acquedotti, pozzi per l’irrigazione, attività industriali: prelevano tutti acqua dalle falde”. In particolare per il consumo di acqua potabile, in un rapporto del 2015 (il più recente), l’Istat segnalava che in Italia vengono prelevati 428 litri giornalieri per abitante, pari a 156 metri cubi annui pro capite (siamo il Paese con il prelievo maggiore tra i 28 dell’Ue, seguiti dall’Irlanda, con 135 metri cubi pro capite, e dalla Grecia con 131).

Dieci anni fa -come spiega Andrea Sottani- si avevano iniziato a realizzare alcuni progetti-piloti di ricarica per riemettere nel vicentino in falda  circa 3 milioni di metri cubi di acqua in un anno e mezzo, ma non si è fatto nulla.

Come rimarca ancora Andrea Sottana..

Purtroppo la falda è una risorsa invisibile, e su ciò che non si vede è forse difficile creare consenso. La situazione di oggi era stata prevista. Purtroppo però manca una visione di insieme e una regia competente, e come spesso avviene in Italia, l’emergenza sostituisce la prevenzione costringendoci a pagare lo scotto di una serie di disattenzioni strutturali.

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