Buona parte del vecchio Continente sta vivendo una lunga fase emergenziale, e la nostra Penisola è la più colpita.
A confermarlo è il l’European drought observatory, un prodotto del programma Copernicus, che attraverso dei Satelliti monitora il Pianeta e l’Ambiente.
Nel Sud Est del Regno Unito è stato il Luglio più secco da quando sono iniziate le registrazioni ( 1836), e ha visto cadere nello stesso mese solo 46,3 millimetri di pioggia. Situazione grave anche in Germania, Romania e Ungheria.
Drammatica situazione anche in Francia, con temperature elevatissime ( misurazione dal 1959), e riduzione delle precipitazioni di oltre l’80%.
Nella nostra Penisola nelle prime due settimane di Luglio, in concomitanza con le ondate di calore, l’incremento del tasso di mortalità è stato del 21%. Secondo i dati forniti dal Ministero della Salute sono state monitorate 33 città, ( tra cui Viterbo, Cagliari e Catanzaro) per un totale di decessi che supera le 700 unità.
Gli incendi da inizio anno sono stati oltre 600 mila, valore che non si registrava dal 2006.
La zona più colpita è stata la Penisola Iberica, che ha subìto due grandi ondate di calore tra Giugno e Agosto, nella Galizia e nell’Estremadura, dove sono andati distrutti oltre 240.000 ettari.
In Portogallo i Vigili del Fuoco sono stati impegnati una settimana, per sedare un vasto incendio che ha divorato 17.000 ettari nel parco naturale della Serra da Estrela patrimonio dell’Unesco.
Danni ingenti per la fauna e la flora locali, e con la scarsità delle precipitazioni si avrà una forte riduzione di produttività di mais, soia e girasoli ( anche fino al 8/9%).
Per contrastare i cambiamenti climatici non sarà sufficiente la riduzione delle emissioni, ma più risposte concrete a livello Globale di tutti gli Stati.
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