La COP25 che si è tenuta a Madrid è stata un gran fallimento, l’obbiettivo era volto a trovare soluzioni per la sostenibilità ambientale e climatica.
La 25esima conferenza organizzata dall’ONU, a cui hanno partecipato i rappresentanti di più di 190 paesi del mondo, per discutere dei seguenti punti e trovare una soluzione
- Articolo 6 – “Finanza climatica”
- Riduzione dei Gas Serra
- Parità di genere
Il primo punto, riguardante l’Articolo 6, avrebbe permesso ai Paesi di scambiarsi le quote di emissioni inquinanti, in breve, avrebbe permesso ai paesi che inquinano meno di “cedere” la loro quota rimanente, a paesi che inquinano di più, senza compromettere il raggiungimento degli obbiettivi generali.
Tuttavia paesi come Cina, Brasile e Australia, hanno fatto opposizione.
Il risultato è stato un fallimento, in quanto non è stato concordato nulla e non è stato prodotto alcun obbligo vincolante per i singoli paesi di riduzione delle proprie emissioni di gas serra per raggiungere gli obbiettivi prefissati nel precedente accordo di Parigi (2015).
Il secondo punto, ha visto il raggiungimento dell’accordo, tutti i Paesi dovranno indicare esattamente la quantità in meno da produrre entro il 2030.
Il terzo punto ha visto l’approvazione del “Gender Action Plan” che promuove i diritti e la partecipazione delle donne all’interno dell’azione climatica internazionale.
Le questione dell’Articolo 6, è stata rimandata al 2020 durante la COP26 che si terrà a Glasgow in Scozia. Ma l’aria non è ottimistica, visto che molti paesi non vogliono assumersi responsabilità sulle questioni legate ai cambiamenti cliamatici.
Intanto, l’ambiente non aspetta e il nuovo rapporto dell’IPCC, frutto di circa 7mila ricerche scientifiche non è per niente positivo.