Dopo un pò di tempo torniamo a parlare dell’Ozono presente sulla nostra atmosfera. Questa ci potregge dalle radiazioni ultraviolette che sono potenzialmente dannose per l’uomo.
Nel corso del 1970 circa, gli scienziati hanno capito che questo strato stava via via esaurendosi.
Le condizioni atmosferiche del gas viariano molto a seconda del fattore termico, latitudine ed altitutdine , ma anche altre sostanze emesse da eventi naturali come le eruzioni possono influenzarne i livelli di concentrazioni.
Tuttavia i fenomeni naturali non sono in grado di farci capire l’esaurimento osservato e si è capito però che ancora una volta la causa era data da alcune sostanze chimiche prodotte dall’uomo.
L’ozono al Polo Sud si è impoverito in maniera notevole , tant’è che è stato chiamato come “buco dell’ozono”. Nel periodo tra Agosto ed Ottobre questo buco aumenta di dimensioni raggiungendo il picco tra il 15 Settembre e il 15 Ottobre.
Nel 1987 si è costituito un Protocollo di Montreal per proteggere questo importantissimo strato, cercando di eliminare la produzione delle sostanze nocive, portando ad un suo recupero.
Alcune sostante dannose rimangono in stratosfera per decine di anni capite quindi che è un processo molto lento.
I dati da satellite sono un ottimo strumento che ci aiuta a seguire la situazione in merito a scala globale. La serie di osservazioni europee è cominciata nel 1995.
Dati monitorati anche per tendenze a lungo termine e rapide misurazioni.
Il buco dell’ozono oggi
I dati di Sentinel-5P hanno mostrato come il buco dell’ozono sull’Antartico lo scorso anno, sia stato uno dei più grandi e profondi degli ultimi anni.
Questo è cresciuto rapidamente da metà agosto e ha raggiunto un picco di 25milioni di kmq il 2 Ottorbre.
E’ stato condizionato da un forte, stabile e freddo vortice polare che ha mantenuto la temperatura dello strato di ozono costantemente fredda sopra l’Antartide. Situazione in netto contrasto con quanto accaduto nel 2019 insolitamente piccolo.
L’anno corrente però le dimensioni sembrano essere simili a quelle 2020 , con attualmente circa 23 milioni di kmq con un estensione più grande della stessa Antartide.
Secondo gli scienziati che monitorano la situazione il buco del 2021 è cresciuto notevolemente in questo ultimo periodo, addirittura il 75% più grande rispetto alla norma (dati presenti dal 1979).
Il monitoraggio del buco dell’ozono deve essere attentamente interpretato perchè le dimensioni , la durata e le concentrazioni sono influenzate dai venti locali o dalla meteorologia il loco. Tuttavia gli esperti prevedono una chisurà di questo sul Polo Sud entro il 2050.
La notizia quindi non è così preoccupante, in quanto in tendenza le proiezioni sono positive. Certo se questo buco non c’era era meglio….
(Articolo con fonte dall’ESA, l’Agenzia Spaziale, Europea)
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