Una svolta storica così è stato definito il risultato dell’esperimento di fusione nucleare condotto dai ricercatori della National Ignition Facility.
Gli scienziati per la prima volta hanno prodotto più energia di quella necessaria ad innescarla, in pratica il “Santo Graal” dell’energia pulita.
La ricerca condotta nel Lawrence Livermore National Laboratory ha utilizzato 192 laser per riscaldare gli atomi di idrogeno a temperature oltre 180 milioni di gradi Fahrenheit e ad una pressione superiore di 100 miliardi di volte a quella dell’atmosfera terrestre.
I Laser “sparando” hanno fatto esplodere un minuscolo cilindro delle dimensioni di una punta di matita che conteneva al suo interno idrogeno congelato.
Questo bombardamento (2,05 megajoule di energia, circa mezzo kg di TNT) avvenuto in meno di 100 trilionesimi di secondo ha innescato una reazione di fusione nucleare, producendo un flusso di particelle di neutroni, con un guadagno di energia di circa 1,5.
Un processo che è alla base dell’alimentazione delle stelle come il nostro sole, e che da alcuni decenni l’uomo cerca di riprodurre.
Questa nuova tecnologia prima che diventi commerciabile ed utilizzabile da tutti ci vorranno ancora diversi anni. L’esperimento è durato pochi instanti, mancano elementi in grado di produrre molti di questi eventi di accensione per fusione per minuto.
Se però riuscissimo nell’intento, sarebbe un enorme vantaggio, perché al contrario della attuale fissione nucleare, ci sarebbe una scarsissima presenza di scorie radioattive, che avrebbero oltretutto una durata inferiore rispetto a quelle delle attuali centrali nucleari che necessitano di migliaia di anni prima di perdere la loro radioattività.