Incendi interessano Siberia, Canada e Alaska: il Fumo fin al Circolo Polare Artico

Incendi interessano Siberia, Canada e Alaska: il Fumo fin al Circolo Polare Artico
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L’estate del 2024 ha visto un aumento significativo degli incendi boschivi nell’emisfero settentrionale, con fiamme che hanno devastato vaste aree della Siberia e del Nord America.

Il fumo di questi roghi è arrivato fino al Circolo Polare Artico. Le condizioni meteo avverse, con temperature più alte del normale e vegetazione particolarmente secca, hanno contribuito a un incremento delle emissioni di incendi nella prima metà di luglio.

La stagione degli incendi è iniziata precocemente, con i primi focolai registrati nella Columbia Britannica, in Canada, all’inizio di maggio. Successivamente, gli incendi si sono propagati fino all’Artico russo. Questi roghi hanno prodotto elevate emissioni di carbonio, che hanno raggiunto il Circolo Polare Artico. Il Copernicus Atmosphere Monitoring Service (CAMS) sta monitorando attentamente le emissioni, la traiettoria del fumo e gli effetti sulla qualità dell’aria in Russia orientale, Asia e Nord America.

Situazione Critica in Siberia

Le emissioni sono particolarmente intense nella parte russa, dove le province di Sakha-Jacuzia e Tuva hanno dichiarato lo stato di emergenza. Il fumo degli incendi si è diffuso per circa 3.000 chilometri, raggiungendo la Cina nord-orientale, la Mongolia e il Circolo Polare Artico.

Secondo le autorità russe, nonostante il numero di incendi sia diminuito del 30% rispetto all’anno scorso, l’area bruciata è aumentata del 50%, evidenziando la gravità degli incendi boschivi del 2024.

Condizioni in Canada

In Canada, sebbene la stagione degli incendi non sia ancora così devastante come quella del 2023, le emissioni per giugno e inizio luglio sono piuttosto elevate, soprattutto in Columbia Britannica e Alberta. Le condizioni climatiche secche e le temperature anomale continuano a favorire lo sviluppo e la propagazione degli incendi.

Cause Naturali e Incendi Zombie

Le foreste boreali sono naturalmente soggette a incendi innescati dai fulmini, parte del loro ciclo naturale. Tuttavia, la siccità e il caldo anomalo hanno reso questi incendi più grandi e intensi. In queste condizioni, possono verificarsi gli “incendi zombie”, ovvero roghi che covano sottoterra durante l’inverno grazie alla torba e ad altri combustibili sotterranei, riemergendo in superficie in primavera ed estate.

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Autore del Post

Andrea Pardini

Amministratore Fondatore e Developer. Ragioniere, Perito Commerciale e Programmatore Informatico, con la passione per Meteorologia e la Scienza in generale. Attualmente Developer, Marketing e Social Media Manager presso una Concessionaria. Si occupa: del mantenimento della strumentazione e del portale web, stesura di articoli. Partecipa ai progetti: Archivio Eventi Meteo e Tornado in Italia.