Dopo il caldo afoso l’entrata di aria fresca atlantica nel pomeriggio del 23 Agosto ha dato vita ad un intensa multicella verso Verona.
Una spiegazione dell’evento da Alberto Gobbi di Meteo in Veneto ed esperto dei fenomeni temporaleschi
Al solito sono stati usati termini impropri come tornado, supercella, uragano. La prima foto scattata alla periferia ovest di Verona evidenzia almeno 3 stadi del sistema a multicella (QLCS) dove 1 indica l’area “matura” con evidenti bande di rovesci, più a est il numero 2 individua una inflow band a testimoniare il flusso in entrata di alimentazione di una nuova cella, 3 mostra un lowering (non è un funnel cloud) di un mesovortice sul bordo avanzante del QLCS.
Il mesovortice non è un mesociclone in quanto sono più piccoli (sia come larghezza che come sviluppo verticale), durano meno e si sviluppano dal basso verso l’alto nella regione dei downdraft.
Probabilmente il mesovortice della foto nel suo fianco meridionale ha ulteriormente intensificato i flussi discendenti (RIJ, Rear Inflow Jet), come da schema allegato di Atkins et al., evidenziandone il classico eco a bassa riflettività (RIN, Rear Inflow Notch) indicato dalla freccia nera nelle mappe radar che mostrano anche la forma arcuata del gust front (bow echo).
In definitiva, su Verona e dintorni si è verificato un severo evento di “wet downburst” ovvero una serie di violente raffiche lineari discendenti associate a rovesci di pioggia e grandine. È possibile che il lago di Garda abbia incentivato la suddetta dinamica nel quadro del global warming.
Le raffiche di vento registrate in città hanno superato gli 80km/h, i chicchi di grandine hanno assunto i 4cm di diametro localmente mentre al momento gli accumuli tra 20-30mm( pero’ con intensità elevate). Tantissimi i danni in zona tra alberi caduti e coltivazioni distrutte.