Il nuovo rapporto relativo al dissesto idrogeologico in Italia per l’anno 2021 elaborato da ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), delinea uno scenario pessimo del territorio Italiano che si ripete da tempo.
I dati registrati evidenziano come il nostro territorio sia estremamente fragile, con rischi di un certo livello di gravità per la popolazione.
Questo è un problema non sono in termini di salute, ma anche di temi economici e produttivi. Il nostro paese, oltre ad avere una naturale propensione al dissesto idrogeologico per le condizioni meteo-climatiche e morfologiche, subisce un incremento a seguito di una non corretta pianificazione territoriale avvenuta da dopo il secondo dopoguerra, e mai ben gestita.
Altro aspetto è determinato da una mancata cura del territorio, causata dall’abbandono delle aree rurali montane e collinari e pertanto un mancato presidio e manutenzione delle stesse.
A queste condizioni si aggiungono gli effetti determinati dai cambiamenti climatici, che vedono un aumento dei fenomeni precipitativi intensi ed un conseguente incremento di frane, smottamenti e alluvioni lampo.
Scorrendo il report, vediamo come ben 7.423 comuni (il 93.9% del totale) risultano essere a rischio di frane, alluvioni e/o erosione costiera.
Risulta poi il 18.4% del territorio nazionale, classificato con maggiore pericolosità per frane ed alluvioni. Il 17.9% delle coste italiane pari a 841km di litorale è classificato per rischio erosione.
Su quest’ultime c’è però una nota positiva dopo anni e numerosi interventi di protezione, i litorali in avanzamento sono superiori a quelli in arretramento.
Per approfondire ulteriormente, trovate qui in allegato il report completo => APRI
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