La NON aurora boreale del 5 novembre 2023 in Italia

La NON aurora boreale del 5 novembre 2023 in Italia

Il nostro team ama sempre approfondire dal punto di vista scientifico i vari fenomeni che c’interessano, e sorpresa, l’aurora boreale rossa avvistata in Italia non era aurora! No niente complotti, ma 2 fenomeni differenti scoperti recentemente.

Ma andiamo con ordine, il 5 novembre 2023 in Italia (ma non solo) , uno straordinario fenomeno ha colorato il cielo di rosso, e in alcuni casi di bande viola.

Come riportato dai media e da moltissimi siti con bellissime fotografie si sarebbe appunto trattato di aurora boreale, ma andiamo a comprendere perché non si é trattato di aurora boreale ma di SAR e STEVE.

Il primo fenomeno, quello più osservato, ovvero “archi di luce rossa” sarebbero dei SAR. I SAR descritti per la prima volta nel 1956 sono comparsi a causa di una violenta tempesta geomagnetica, causata da 2 violente espulsioni di massa coronale (CME) avvenute sul sole.

Questa tempesta di classe G3 avvenuta nei giorni precedenti, ha causato un flusso di vento solare (plasma) altamente energetico carico elettricamente, che ha interagito con il campo magnetico Terrestre, e con i gas presenti in alta atmosfera come ossigeno e azoto.

A spiegare il fenomeno il Professor. Jeff Baungardner del centro per la fisica spaziale dell’università di Boston con una dichiarazione sul prestigioso portale Spaceweather.com.

Il SAR che é un acronimo che sta per “archi rossi aurorali stabili” a dispetto del nome non hanno nulla a che fare con le aurore.

Se le aurore si manifestano per interazione delle particelle i SAR sono un segno di energia termica che si disperde nell’atmosfera superiore dal sistema di correnti ad anello della Terra, un circuito a forma di ciambella che trasporta milioni di ampere intorno al pianeta.

Questi “archi di luce” che compaiono durante le forti tempeste geomagnetiche si illuminano di rosso a 6300 Ä sempre a causa dell’ossigeno atomico presente in alta atmosfera.

I SAR di solito sono così deboli che non sono osservabili ad occhio nudo. Il 5 novembre tuttavia la corrente dell’anello é stata alimentata per ore dalla tempesta, creando un evento globale e le telecamere lo hanno ripreso dall’Italia alla Nuova Zelanda come spiegato dal Prof. Baungardner.

Gli archi SAR si manifestano in prossimità del picco massimo del ciclo undecennale dall’attività magnetica del sole.

Un secondo fenomeno chiamato STEVE (Strong Thermal Emissione Velocity Enhancement) é di recentissima scoperta ed in parte ancora misterioso.

Si tratta di un fascio di luce viola descritto nel 2018 nell’articolo: “New science in plain sigth: Citizen scientist lead to Discovery of optical structure in the upper atmosphere.” Un Team di ricerca guidato dalla Dott. Elizabeth A. MacDonald ricercatrice presso il Goddard Space Centro della Nasa e il New Mexico Consortium.

Scattata da Mark Savage il 5 novembre 2023 @ Northumberland, Regno Unito

Come specificato dalla ricerca, si ritiene che STEVE (avvistato principalmente in Irlanda) sia legato all’interazione del vento solare e il campo magnetico terrestre.

Il bagliore viola sarebbe provocato da velocissimi flussi di gas caldi 3000°C che fluiscono dalla magnetosfera Terrestre a oltre 21.000 km orari.

Fino al 2018 si sapeva poco o nulla di STEVE, sebbene ci fossero una grande quantità di fotografie scattate da fotografi e scienziati cittadini.

Grazie al satellite SWARM gli scienziati hanno rivelato, osservando STEVE un livello insolito della temperatura degli elettroni ed una diminuzione della densità, insieme ad un forte flusso ionico verso ovest, ovvero una pronunciata deriva ionica subaurorale acronimo SIAD.

Le complesse dinamiche di STEVE (questo bellissimo fascio viola) sono ancora da comprendere completamente.

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