Stanno girando tanti post ultimamente titolanti: “Etna Scivola in Mare, Rischio di Tsunami su diverse regioni..”
E’ bene fare chiarezza, facendo riferimento allo studio condotto dai ricercatori dell’INGV e del Geomar, e pubblicato sulla rivista scientifica Science Advances (Vedi Pubblicazione)
L’Etna come sappiamo è un complesso vulcanico siciliano originatosi nel Quaternario, ed è uno dei vulcani attivi più elevato della placca euroasiatica.
Il vulcano sorge sulla costa orientale della Sicilia e per questo c’è il timore dell Tsunami.
I ricercatori della Geomar, tra aprile 2016 e luglio 2017 hanno installato una serie di sensori per misurare eventuali spostamenti del vulcano.
Durante le fasi di rilevamento, per la maggior parte del tempo, non sono stati rilevamenti importanti, se non nel maggio del 2017.
I Sensori in quel periodo hanno rilevato un notevole cambiamento, di circa 4cm verso est.
I ricercatori, erano già a conoscenza di leggeri spostamenti del fianco del vulcano, ma si pensava che fosse dovuto alla spinta del magma.
Questi ultimi dati hanno però smentito questa ipotesi, attribuendo il movimento ad uno slittamento asismico, ovvero uno spostamento senza scosse di terremoto.
Infatti, gli autori dello studio, affermano che la maggior parte degli spostamenti dell’Etna è indotto da spinte gravitazionali, esercitate dal peso stesso delle rocce sul vulcano.
Troppi pochi dati – L’Etna è da 20 anni che viene monitorato dai vulcanologi sulla superficie. Pertanto come afferma in una intervista all’Ansa, Francesco Guglielmino, ricercatore dell’INGV ed autore dello studio.
Non possiamo prevedere se e quando l’Etna provocherà uno tsunami, Quel che possiamo dire è che lo scivolamento verso il mare avviene sia in presenza che in assenza di eruzioni vulcaniche.
Il suo motore non è quindi nel cono vulcanico, ma in mare. È necessario, progettare una nuova rete di sensori acustici e trasponder per monitorare in dettaglio le deformazioni dell’Etna, non solo sui fianchi ma anche sott’acqua.