Quando le Tempeste Tropicali “seccano” l’area Mediterranea

Quando le Tempeste Tropicali “seccano” l’area Mediterranea

E’ sicuramente strano immaginarsi che una tempesta tropicale possa coinvolgere i processi meteorologici dell’Europa meridionale, e ancora di più se pensiamo che in parte potrebbero essere alla causa della scarsa piovosità del Settembre appena trascorso, in particolare al centro-nord Italia.

Cercherò di spiegarmi meglio, parlando ovviamente dell’atlantico centro-settentrionale:

una tempesta tropicale è una violenta manifestazione atmosferica che quasi sempre viene a crearsi in area equatoriale, a causa della convergenza dei venti alisei.

Questa vaste strutture depressionarie tendono a spostarsi verso W-NW qualora i mari siano adeguatamente caldi, evolvendo talvolta in uragani.

Trovandosi in fascia tropicale il moto di questi sistemi perturbati tende a deviare verso E-NE, andando ad interessare quello che è il flusso atlantico tipico delle aree temperate.

Una vasta depressione a questo punto può richiamare a sua volta strutture depressionarie più vaste, con geopotenziali limitati, come ad esempio il Vortice Polare stesso.

Immaginatevi adesso questo scenario a larga scala: il VP tende a scivolare verso S in pieno oceano atlantico, favorendo rimonte anticicloniche sull’Europa centro-meridionale. 

Se le ampie depressioni atlantiche rimarranno concentrate in pieno oceano avremo dunque prolungate fasi stabili e termicamente anomale per il periodo, con insidiose infiltrazioni instabili in particolar modo al centro-sud Italia, capaci di costruire cicloni mediterraneo e in generale temporali con fenomenologia violenta.


Analisi: Geopotenziali e Pressione al suolo, 15 Settembre 2018

L’evoluzione di queste vaste configurazioni sinottiche può portare in un secondo momento, col lento e progressivo spostamento del flusso atlantico verso E, a una forte convergenza fra masse d’aria di matrice completamente differente in corrispondenza del mar Mediterraneo.

Considerando che il jet stream ad essa associato è alla base della persistenza di correnti calde e umide meridionali, in presenza di ostacoli orografici (es. Appennino ligure e alta Toscana) queste situazioni potranno favorire la formazione di temporali stazionari e potenzialmente disastrosi.

In conclusione: le tempeste tropicali esistono e sono sempre esistite. Tuttavia un clima in continua evoluzione favorirà sempre di più la loro frequenza e persistenza: ecco che tutto questo, collegato ad un vortice polare sempre meno sviluppato, potrebbe favorire le situazioni sopra descritte, specie in Autunno.

Non è solo il mar Mediterraneo dunque a far paura quando diventa un pentolone d’acqua in ebollizione; dobbiamo anche dare un’occhiata fuori dall’Italia, dove il clima, se pur diverso dal nostro, è in pericolosa e continua evoluzione.

Questa analisi merita senza dubbio di essere valutata nel corso dei prossimi anni, per capire (e per quanto possibile ostacolare) l’eventuale comparsa di questi fenomeni.