Gli eventi validati nei 6 anni di archivio sono stati 197.
Nel 2014 sono stati 38, 21 nel 2015, 30 nel 2016, 20 nel 2017, 52 nel 2018, 36 nel 2019. La grande variabilità di questi numeri, deriva dal fatto che buona parte degli eventi registrati sono tornado non mesociclonici di debole intensità.
Essi si formano a partire da semplici cumulonembi, o addirittura cumuli congesti, e da una convergenza di venti al suolo; si può dunque affermare che il numero di questi tornado sia proporzionale all’instabilità atmosferica – o al numero di celle temporalesche – su un dato periodo.
Dei tornado registrati, solo 47, ovvero il 24% sono di origine mesociclonica. Di questi, 15 (8% del totale) hanno raggiunto o superato il grado F2 della scala Fujita (venti superiori ai 180km/h);
l’evento più intenso, l’unico che abbia superato il grado F2, è stato il tornado ef3 di Dolo dell’8 luglio 2015. Non sono stati registrati tornado non mesociclonici con grado superiore ad F1.
Tra i tornado non mesociclonici, un numero rilevante, 88, sono trombe marine che hanno toccato la costa. Buona parte di queste (oltre il 95%) si dissolve in poco tempo creando al più qualche danno da F0 alle strutture più fragili presenti sulle spiagge adiacenti.
Alla luce di questi dati, risulta molto interessante creare mappe che stimino la densità degli eventi totali registrati, la densità degli eventi non mesociclonici e la densità degli eventi mesociclonici, ovvero quelli in grado di causare più danni.
Le mappe qui sopra, create con arcgis10, rappresentano la densità di eventi tornadici (totali e per tipologia) “plottati” su quadrati di 50km di lato, nel periodo considerato, sul suolo italiano.
Ovviamente la mappa comprende un periodo di soli 6 anni, dunque statisticamente troppo breve, ma si possono incominciare a fare alcune considerazioni.
Innanzitutto si delinea la pianura padana come bacino di formazione di tornado, spesso di origine mesociclonica di discreta intensità.
Sebbene ad ovest, sulla pianura piemontese, i tornado siano per lo più di tipo landspout, andando verso est (dove è maggiore l’influenza del vento da sud-est Adriatico) aumentano i tornado mesociclonici.
L’area maggiormente colpita è il Veneto. Lungo la fascia Ligure e Tirrenica vi è un elevato numero di trombe marine che raggiungono la costa, con un picco nell’area di Genova, probabilmente a causa della frequente convergenza tra i caldi venti di Ostro/Scirocco e i più freddi venti in discesa da nord.
La frequenza di tornado mesociclonici si mantiene inferiore ad 1 ogni 2500km^2 in 6 anni, fino sulle coste del centro-sud Italia tra Lazio e Campania.
Avendo una serie di soli 6 anni si possono osservare solamente due piccole aree a densità maggiore nelle due regioni menzionate; è possibile che con una serie temporale maggiore, si possa rilevare un aumento di densità su una fascia più estesa.
Per quanto riguarda la Calabria possiamo vedere una discreta densità di tornado non mesociclonici (trombe marine che toccano la costa) lungo la fascia tirrenica.
Un buon numero di tornado mesociclonici è stato rilevato nella zona nord est della costa ionica, probabilmente per l’apporto di CAPE (energia potenziale disponibile per la convezione) dato dai venti da sud.
La Puglia è la regione con la densità maggiore di tornado, spesso anche mesociclonici, talvolta di forte intensità.
Lungo la fascia Adriatica, possiamo notare come la densità di tornado sia piuttosto bassa, praticamente nulla nella zona centrale. Questo è un risultato che sarà interessante vedere se confermato su una serie più lunga.
Da un confronto con una mappa di densità di abitanti su km quadrato sul territorio italiano, si possono individuare alcune zone in cui la scarsa densità di popolazione pone un limite alla precisione del lavoro (in quelle aree).
Queste sono: buona parte della Sardegna, la fascia ionica della Basilicata, il sud della Toscana e la zona sud della Calabria. In queste aree, infatti, i tornado registrati sono in numero decisamente minore rispetto ai valori attesi.
La distribuzione mensile segue l’andamento previsto con un numero di tornado basso nei mesi invernali ed un aumento in primavera con picco tra l’estate e l’autunno.
Come si può vedere dal grafico, non vi è un vero e proprio picco ma un plateau dove il numero di tornado si mantiene abbastanza costante tra luglio e novembre.
Questo è derivato dal fatto che in estate è maggiore il contributo dei tornado che avvengono in pianura padana.
Tra settembre e novembre i tornado al nord diminuiscono mentre aumentano quelli al centro/sud, buona parte dei quali landfall di trombe marine (mesocicloniche e non).
A dicembre, in seguito alla diminuzione della temperatura del mare e dei bassi strati dell’atmosfera, il numero cala drasticamente; solo il 3% dei tornado è avvenuto tra dicembre e febbraio. Il 47% dei tornado mesociclonici registrati, è avvenuto tra ottobre e novembre.
Di questi 22 eventi, 20 sono stati tornado mesociclonici direttamente arrivati dal mare o formatisi a breve distanza da esso (meno di 20km).
A conferma dell’importanza di un mare caldo (apporto di cape e abbassamento del livello di condensazione) nella formazione dei tornado mesociclonici.
2014 | 2015 | 2016 | 2017 | 2018 | 2019 | |
Abruzzo | 0 | 0 | 1 | 0 | 0 | 0 |
Basilicata | 0 | 0 | 0 | 1 | 0 | 2 |
Calabria | 3 | 0 | 1 | 1 | 10 | 0 |
Campania | 4 | 0 | 5 | 2 | 3 | 2 |
Emilia Romagna | 1 | 0 | 0 | 1 | 4 | 3 |
Friuli | 2 | 1 | 2 | 0 | 1 | 3 |
Lazio | 3 | 2 | 1 | 2 | 3 | 5 |
Liguria | 4 | 3 | 2 | 3 | 4 | 6 |
Lombardia | 2 | 1 | 2 | 4 | 1 | 0 |
Marche | 2 | 0 | 1 | 0 | 0 | 0 |
Molise | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 1 |
Piemonte | 0 | 0 | 1 | 1 | 3 | 0 |
Puglia | 5 | 5 | 2 | 2 | 9 | 6 |
Sardegna | 0 | 0 | 0 | 2 | 2 | 1 |
Sicilia | 3 | 3 | 4 | 0 | 5 | 1 |
Toscana | 3 | 1 | 4 | 0 | 3 | 3 |
Trentino Alto Adige | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 |
Umbria | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 |
Valle d’Aosta | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 |
Veneto | 6 | 5 | 4 | 1 | 4 | 2 |
Regioni con più Tornado dal 2014-2019
Questo post è stato modificato il 26 Dicembre 2023 11:22
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