Temporale a Supercella

Temporale a Supercella

La supercella è un temporale che si sviluppa in particolari condizioni atmosferiche predisponenti e che ha come aspetto principale la presenza al suo interno di una corrente ascensionale rotante.

È formata da una singola cella convettiva ad asse obliquo, che grazie alla rotazione si autoalimenta, riuscendo a rimanere attiva anche per molto tempo.

Le supercelle sono la tipologia di temporale più intensa, caratterizzata dalla presenza di grandine di medio-grandi dimensioni, intense precipitazioni e forti venti di outflow. Ma la supercella è soprattutto il tipo di temporale da cui è più probabile che si formi un tornado.

La condizione principale affinché si formi una supercella è il wind shear positivo. Significa che i venti ruotano in senso orario salendo di quota (ad esempio il vento al suolo è da Sud-Est, a 1500 metri è da Sud e a 5000 metri è da Sud-Ovest).

Questo permette all’updraft del temporale di ruotare in senso antiorario (rotazione ciclonica nell’emisfero boreale), prendendo il nome di mesociclone.

Un altro importante parametro (strettamente correlato al precedente) utile per la genesi di supercelle è lo speed shear positivo dei venti.

Cioè i venti in quota devono essere più forti rispetto a quelli a bassa quota. Questo permette all’asse della cella temporalesca di essere inclinato, il che libera la base dell’updraft dalle precipitazioni (che risultano traslate in avanti).

La struttura della supercella è caratterizzata dalla presenza di diverse nubi accessorie caratteristiche che la rendono unica e facilmente riconoscibile.

La principale di queste nubi, che descriveremo più nel dettaglio nelle prossime puntate, è la wall cloud, o nube a muro.

Questa si presenta come un abbassamento della base libera dalle precipitazioni (quindi direttamente sotto l’updraft). Questa nube assume, come tutto il cumulonembo, moto rotatorio, ed è proprio da qui che si forma il tornado.

Esistono inoltre diversi tipi di supercelle, che si differenziano in base alla quantità di precipitazioni che scaricano a terra.

  • Supercelle classiche: caratterizzate da uno stacco netto tra l’area del mesociclone e l’area delle precipitazioni. Presentano in genere precipitazioni intense con al loro interno grandine che può raggiungere dimensioni molto importanti (anche fino a 8-10 cm e oltre). Possono spostarsi anche molto velocemente (a seconda delle velocità dei venti alle quote medie), riversando al suolo venti lineari anche molto forti. Sono quelle che più frequentemente generano i tornado.
  • Supercelle HP (high precipitations): le precipitazioni sono molto abbondanti e cadono anche nell’area del mesociclone. Raramente contengono al loro interno grandine di grosse dimensioni, e in genere si spostano piuttosto lentamente, perché si formano in condizioni di grande energia disponibile ma venti alle quote medie più deboli. Possono essere l’evoluzione di una supercella classica prima del collasso della struttura. Formano più raramente tornado, ma nel caso lo producano diventano molto pericolose perché questo si trova nascosto in mezzo alla pioggia.
  • Supercelle LP (low precipitations): le precipitazioni sono scarse o quasi assenti. Si formano quando l’umidità è piuttosto bassa. Possono essere molto spettacolari perché la poca pioggia lascia vedere tutta la struttura dell’updraft rotante scolpito dai venti. Nonostante la poca pioggia però, sono in grado di generare grandine di grosse dimensioni. Di solito la loro base è piuttosto alta e raramente producono tornado.

Anche al radar le supercelle hanno una forma caratteristica. Se il radar ha una buona risoluzione, una supercella presenta un nucleo principale a forma di “v” (detto anche in gergo “flying eagle” perché può ricordare le ali di un’aquila), dovuto alle precipitazioni che vengono stirate in avanti dallo shear e impattano contro il potente updraft rotante, dividendosi in due parti ai suoi lati.

In più, nella sua regione posteriore, può essere presente un’appendice a forma di uncino (eco ad uncino), rappresentata da parte delle precipitazioni che, per effetto della rotazione, si avvolgono attorno al mesociclone.

Questo meccanismo è proprio quello che favorisce la formazione del tornado. Infatti l’eventuale vortice si formerà proprio in corrispondenza della “coda” dell’uncino sul radar.

Questa parte di precipitazioni viene definita “rear-flank-downdraft” (RFD), mentre il nucleo principale è detto “forward-flank-downdraft” (FFD).

In Italia le supercelle sono piuttosto rare, perché per la loro formazione serve un incastro di variabili non molto frequente. In ogni caso, ci sono territori in cui sono più comuni, come la Pianura Padana, che dispone di spazi sufficientemente ampi per il loro completo sviluppo.