Tornado a Pantelleria 10 Settembre 2021

Tornado a Pantelleria 10 Settembre 2021

Nella serata di Venerdì 10 Settembre 2021, intorno alle ore 19:00 la parte Nord dell’Isola di Pantelleria ha visto l’abbattersi di una tromba d’aria (Tornado).

Il fenomeno vorticoso ha interessato la zona in località Campobello, vicino a Cala Cinque Denti. Stando alle testimonianze il vortice ha avuto origine in mare, per poi fare Landfall sulla terraferma dove ha fatto danni e purtroppo anche delle vittime.

Il bilancio ha visto 2 morti e 9 feriti, di cui quattro in gravi condizioni. Le immagini si commentano da sole e si vede alcune vetture che sono state scaraventate via dalla forza del vento.

Al momento sono in corso le nostre indagini per ricostruire l’evento e stimarne l’intensità. Da una analisi preliminare, considerando anche le immagini satellitari, possiamo affermare che la zona è stata colpita dalla parte più intensa del sistema temporalesco, e lo si nota dalla presenza degli “overshooting top” nella zona sud del sistema; questi indicano, come noto, la presenza di fortissime correnti ascensionali, che “bucano” il limite della troposfera.

Considerando sempre l’immagine satellitare, l’area delle correnti ascensionali più intense devia verso sud est rispetto al sistema in generale e agli altri sistemi nelle vicinanze. È probabile dunque che si sia trattato di una supercella.

Questa (probabile) supercella ha prodotto il tornado (che dall’entità dei danni sembra essere pressoché certo) sebbene per ora non si abbia un riscontro fotografico del cono.

Appena avremo ulteriori dettagli saranno aggiunti all’articolo, intanto l’evento è già stato allegato al nostro Archivio (APRI)

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L’analisi del Tornado

Alleghiamo di seguito una ben strutturata analisi sul tornado di Pantelleria, redatta dal Tecnico Meteorologo Pierluigi Randi.

Il radiosondaggio di Trapani non aiuta più di tanto data la distanza, non elevatissima, ma sulla mesoscala incide eccome.

Odografo e RS sono da multicella (nella fattispecie MCS, vale a dire Mesoscale Convective System), con odografo bello “stirato”) con intrusione secca da ovest dai 600 hPa in su ben evidente.

Dal sat la struttura appare del tipo MCS Shaped Cold U-V Enhanced (Sètvak et al.), con una bolla di aria più calda (data l’altezza meglio dire “meno fredda”) inserita dentro la U-V.

Queste zone calde in genere si trovano sottovento alle overshooting top penetrate dalla tropopausa alla bassa stratosfera. Le temperature maggiori sono dovute all’intrusione in bassa stratosfera (più calda) delle overshooting top ed ai moti debolmente discendenti posti sottovento.

Qui di overshooting top ne vediamo almeno due, se non tre, ben definite entro lo stesso sistema, con temperature di brillanza al top delle torri convettive fino a -70°C (204K); che sono valori sono tipici dei MCC.

Veniamo al dunque: il vortice può essere stato generato da un temporale a supercella?

Sì, la presenza di MCS (o MCC) non esclude a priori che nel “grappolo” di celle che formano il sistema una di esse possa essere di tipo super, ovvero dotata di rotazione.

Ciò accade preferibilmente nella fase iniziale del sistema e nella sua periferia meridionale (o alla destra) rispetto alla direzione di avanzamento.

Tra l’altro la notevole rapidità con cui si sono sviluppate le overshooting top implica la presenza di correnti ascensionali assai violente e dotate di possibile moto rotatorio.

A tal proposito l’immagine sat nel visibile è, oserei dire, spettacolare: la linea OB (Outflow Boundary) sulla sinistra rappresenta una linea nuvolosa sollevata dal fronte delle raffiche (aria fredda) espulso dal sistema.

FL sta per Flanking Line, ovvero una linea di nubi cumuliformi a forma di coda o di virgola che entra nella teorica supercella (anche se l’ultima parola spetterebbe al radar) formata dalla corrente fredda di RFD che intercetta e solleva quella calda che alimenta la cella (inflow).

Una seconda linea nuvolosa, più ad est (WS sta per Wind shear), ha una diversa origine, diversa scala di grandezza,: e nasce da un boundary (confine) tra una corrente molto calda e umida da sud-est ed una fredda da nord-ovest che coinvolge un’area più estesa e non fa strettamente parte dell’RFD della supercella (teorica), peraltro ben simulato dai modelli numerici, il tutto sui bassi livelli.

Semplificando all’osso potremmo dire che la flanking line, più piccolina, alimenta solo la supercella inglobata in un sistema più vasto; la banda nuvolosa più estesa e più ad est alimenta o entra nell’intero sistema.

Sembra, e sottolineo sembra, che il vortice si sia formato sul mare ed abbia poi impattato l’isola, ed è possibile/probabile che esso fosse di natura supercellulare.

Infatti, anche le trombe marine possono essere generate da temporali a supercella, e quando lo sono, diventano volentieri cattivelle avendo peraltro maggiore capacità di spingersi e mantenersi sulla terraferma.

Lo Szilagy Waterspout Nomogram (SWN) e lo Szilagy Waterspout Index (SWI) non discriminano tra trombe marine supercellulari e non, ma le condizioni erano favorevoli come si vede dalla stella blu collocata nei grafici (actung: non sono rarissimi falsi positivi, nel senso che spesso le condizioni sono favorevoli ma poi non accade nulla). Però siamo sul campo ancora delle possibilità senza certezze.

Evento estremo? Dipende. Una tromba marina o anche un tornado di terra sono fenomeni non proprio rari in Italia (trombe marine alquanto frequenti, specie proprio in autunno), quindi NO, non si tratta di fenomeni estremi.

Se però una classificazione dell’evento lo portasse verso un grado severo, tipo EF 2-3 od oltre (si vedrà) allora cambia del tutto la prospettiva e la risposta diventa SI, poiché di quella severità sono assai rari.

Ecco perché, per parlare di evento estremo, è importante analizzare il meglio possibile ogni episodio, valutandolo in base alla statistica che descrive la probabilità che possa accadere in un determinato luogo.

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