In meteorologia un ciclone tropicale o Uragano, è un sistema tempestoso, caratterizzato da un largo centro o vortice di bassa pressione e da numerosi fronti temporaleschi, disposti tipicamente a spirale e in rotazione su sé stessi attorno al centro, che producono forti venti e pesanti precipitazioni piovose nelle aree coinvolte dal loro passaggio.
I cicloni tropicali sono classificati dentro tre grandi categorie basate sulla intensità della fenomenologia: depressioni tropicali, tempeste tropicali, e un terzo gruppo di tempeste più intense, di cui il nome dipende in base alla regione. Per esempio, se una tempesta tropicale ha luogo nel Pacifico nord-occidentale e raggiunge venti dell’entità di un uragano sulla scala di Beaufort, prende il nome di “tifone”; se una tempesta tropicale della stessa entità si verifica invece nel Bacino del Pacifico nord-orientale viene chiamato “uragano”. I termini “uragano” e “tifone” non sono usati nell’emisfero meridionale o nell’Oceano Indiano. In questi bacini prendono il nome di cicloni
Quindi a seconda della regione vengono usati termini diversi per descrivere i cicloni tropicali con venti massimi sostenuti che superano i 33 m/s (63 nodi o 117 km/h):
- Ciclone è il termine da sempre conosciuto nell’Oceano Indiano (cyclones), da quando è stato utilizzato per la prima volta dal presidente della Commissione Marittima di Calcutta a metà del XIX secolo. Deriva dal greco kuklos che significa “circolare”. Il termine viene spesso accompagnato da aggettivi vari (per esempio: tropicale) nelle altre aree.
- Uragano è il termine con cui vengono chiamati i cicloni nell’Atlantico settentrionale (hurricanes, vedi Uragano atlantico) e nel Pacifico settentrionale a est della linea del cambiamento di data, in memoria del dio Maya delle tempeste, Hunraken;
- Tifone è il termine con cui vengono chiamati i cicloni nel Pacifico settentrionale a ovest della linea del cambiamento di data, nel Mare della Cina (typhoon), da ty fung, che significa “grande vento”;
SCALA SAFFIR-SIMPSON
- Categoria 1 – venti tra 118 e 153 km/h – Danni tutto sommato limitati a barche, alberi, strutture mobili, insegne, tetti. Possono osservarsi limitate inondazioni nelle zone costiere, con risalite non oltre l’altezza di un metro e mezzo.
- Categoria 2 – venti tra 154 e 177 km/h – Danni di una certa rilevanza ad alberi e strutture mobili; danneggiamenti di lieve entità anche agli immobili (finestre, antenne, tetti); le barche rompono gli ormeggi. Nelle zone costiere si possono osservare, a partire da 2-4 ore prima del landfall, inondazioni con acque fino a 2,5 metri oltre il livello medio. Può richiedersi l’evacuazione dei residenti delle zone costiere più basse.
- Categoria 3 – venti tra 178 e 209 km/h – Grandi alberi abbattuti, distruzione di strutture mobili, danni di una certa rilevanza alle case. Le basse zone costiere vengono interessate, 3/5 ore prima dell’approssimarsi del centro del ciclone, da inondazioni con acqua fino a 4 metri oltre il normale livello. Richiede l’evacuazione dei residenti delle zone costiere.
- Categoria 4 – venti tra 210 e 240 km/h – Gravi danni agli edifici (tetto e muri portanti); Alberi, cespugli, insegne e cartelli stradali vengono abbattuti. Le inondazioni delle aree costiere possono presentarsi anche 5 ore prima del landfall del centro del ciclone, raggiungendo altezze prossime a 6 metri oltre il livello medio. Evacuazioni dei residenti delle zone costiere, fino a una decina di chilometri nell’entroterra.
- Categoria 5 – venti superiori ai 250 km/h – Danni gravissimi agli edifici, che possono anche portare al loro abbattimento; completa distruzione di tutte le strutture mobili e completo abbattimento di alberi, insegne, cartelli stradali. Estese inondazioni nelle zone costiere, che possono superare l’altezza di 6 metri oltre il livello normale; si richiede perciò l’evacuazione massiva di tutti i residenti delle zone costiere pianeggianti, fino a 16 km nell’entroterra.